La Storia del Mulino Favrin


La nostra famiglia è originaria di Loria (TV), esattamente di Altivole, dove vivevano e lavoravano al mulino i due fratelli Flaminio e Luigi Favrin, sposati con le sorelle Amelia e Albina Pasqualato. Nel 1936 arriva la svolta quando i due fratelli si dividono; Luigi e la moglie Abina decidono di trasferirsi ad Asolo, in località Casonetto. Qui prendono in affitto un mulino a pietra del diciottesimo secolo, situato lungo il torrente Muson, che era di proprietà di A. Carneggini. 

Il mulino, dopo qualche anno, viene venduto a Forato Vittorio di Casella D’Asolo, commerciante di frutta. Il Mulino viene successivamente acquistato dal Dottor Angelo Peggion per un valore di poco superiore a quello che gli stessi affittuari avevano offerto. Così, i Favrin, grazie ad un prestito ottenuto dallo stesso Dottor Peggion, decisero di costruirne uno loro. 

 

Il nuovo Mulino fu costruito in Via Castelcucco. La coppia non ha figli, così lo zio Luigi (o Barba come lo chiamavano i nipoti, nome dialettale di zio) invita uno di loro, Guido, a raggiungerlo poiché la mole di lavoro era tanta. Dopo qualche tempo ai due si aggiunse anche il secondo nipote Virginio. Il mulino lavorava sfruttando la forza dell’acqua. Nel frattempo, durante gli anni ’40, il nipote più grande Guido si sposa ed ha tre figli: Luisa, Flaminio e Luigi (Flaminio è il padre degli attuali gestori del mulino); dal 2001 viene gestito dai figli Federico e Fabio Favrin.

 

Favrin Luigi muore ad Asolo il 06/04/1952. 

Pasqualato Albina muore ad Asolo il 11 /07/1950.


La gestione del nostro mulino negli anni…

Al mulino veniva lavorato il mais per la polenta e il frumento per il pane; c’era anche una segheria. I contadini della zona, si recavano al mulino con i... (Continua…)


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...buoi o i muli, con i quali trasportavano il frumento e il mais da macinare. Fino al 1955, il Barba (zio) possedeva una trebbiatrice a vapore con la quale andavano nei cortili dei contadini a mietere il frumento. Nel 1957, a causa della chiusura del canale d’acqua (sfruttato per far girare la ruote del mulino), Guido e Virginio Favrin decisero di trasferire  la loro attività ad un centinaio di metri dalla precedente collocazione. Con il cambio di sede arrivarono altre modifiche: al posto della macina a pietra, si adottò un laminatoio a rulli d’acciaio, questa volta alimentato con l’ausilio dell’energia elettrica, che è ancora in funzione. 

In questo periodo il mulino è da “Giallo”, (termine usato per indicare che si lavora solo il mais), la segheria invece continua a fare parte dell’attività fino alla fine degli anni ’60. All’epoca, i Favrin acquistavano il mais direttamente dai contadini della zona, caricandolo in granella o pannocchie. La farina da frumento, invece, era acquistata da altri mulini e venduta direttamente ai privati oppure ai forni dei panifici della zona. In seguito, fu acquistata una trebbiatrice mobile ancora oggi in possesso dell’azienda, con la quale si “sgranavano” le pannocchie raccolte. Gli scarti della trebbiatura ed i tutoli venivano venduti alle fungaie come concime. Il mais era raccolto e fatto essiccare per la conservazione, dopo di che era insaccato in  appositi sacchi di iuta da circa un quintale. Veniva selezionato il mais della migliore qualità: bianco o giallo, vitro o semivitro, per uso alimentare e zootecnico. L’essiccazione avveniva in maniera naturale, sfruttando il calore del sole. In seguito per tale operazione fu acquistato il primo essiccatoio a carbone con una capacità di circa un quintale all’ora. Si raccoglievano anche frumento e orzo, che venivano poi rivenduti agli altri mulini e/o lavorati e rivenduti direttamente ai consumatori. Nel 1984, l’azienda ottiene l’attuale denominazione ufficiale: Mulino Favrin s.n.c. Da allora l’unica cosa che cambia sono i nomi dei soci che si succedono negli anni. In seguito, l’azienda ottiene la licenza per vendere anche mangimi per animali. Nel 2015, la famiglia Favrin decide di acquistare un Mulino a Pietra per macinare i diversi tipi di cereali tra cui: Mais, Frumento, Orzo, Riso ecc...